Il ministero della Difesa russo ha confermato che il 25 novembre l’Ucraina ha lanciato un altro attacco con otto missili tattici-operativi ATACMS contro l’aeroporto di Kursk-Vostochny nell’insediamento russo di Khalino, promettendo “azioni di risposta”.
“Negli ultimi tre giorni, le forze armate ucraine (AFU) hanno lanciato due attacchi con armi occidentali a lungo raggio contro obiettivi nella regione di Kursk”, si legge nel rapporto.
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Il ministero ha chiarito che il 23 novembre cinque missili ATACMS di fabbricazione americana sono stati lanciati contro l’insediamento di Khalino, 37 km a nord-ovest di Kursk, prendendo di mira la posizione della divisione missilistica antiaerea S-400.
La Russia ha affermato che il sistema missilistico antiaereo Pantsir ha distrutto tre dei missili ATACMS, mentre due hanno raggiunto il loro obiettivo, danneggiando una stazione radar e provocando vittime tra il personale.
Per quanto riguarda l’attacco del 25 novembre, il Ministero della Difesa russo ha riferito che sette missili ATACMS hanno preso di mira gli equipaggi dei sistemi missilistici antiaerei S-400 e Pantsir, ma solo un missile ha raggiunto il bersaglio. Nel rapporto si legge che la caduta di frammenti di missili ha causato lievi ferite a due militari e lievi danni alle infrastrutture.
Durante un’ispezione delle aree colpite dagli attacchi, è stato “confermato in modo affidabile” che le AFU avevano utilizzato missili tattici-operativi ATACMS di fabbricazione americana, ha aggiunto il ministero.
“Il Ministero della Difesa della Federazione Russa sta monitorando attentamente la situazione e preparando azioni di risposta”, si legge nel rapporto.
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Il 19 novembre, l’Ucraina ha lanciato per la prima volta missili ATACMS di fabbricazione statunitense nel territorio russo, dopo l’approvazione del presidente Joe Biden. L’agenzia di stampa statale russa TASS, citando il ministero della Difesa russo, ha riferito che l’AFU ha colpito un impianto nella regione di Bryansk con sei missili balistici ATACMS. È stato preso di mira il 67esimo arsenale della Direzione missilistica e artiglieria russa, vicino alla città di Karachev.
Lo stesso giorno, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che abbassa la soglia per lo spiegamento di armi nucleari, una mossa che è stata rapidamente condannata dalle nazioni occidentali come “irresponsabile”.
Poco dopo, il 20 novembre, sui social media ucraini si sono diffuse voci su un potenziale attacco di ritorsione russo che avrebbe coinvolto il missile RS-26 Rubezh, che ha una gittata di 6.000 chilometri (3.728 miglia).
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