WhatsApp contesta la multa per la protezione dei dati davanti alla massima corte dell’UE – GIURISTA

Martedì WhatsApp Ireland Ltd ha presentato ricorso contro una multa di 225 milioni di euro (236 milioni di dollari) alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE), la più alta corte d’appello dell’Unione europea. La società, di proprietà di Meta, contesta una decisione vincolante emessa dal Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) riguardante presunte violazioni dei suoi obblighi in materia di privacy dei dati.

WhatsApp ha compiuto questo passo dopo che la sua impugnazione della decisione del 2022 è stata respinta dal Tribunale della CGUE. Il tribunale ha stabilito che la decisione dell’EDPB non ha influenzato direttamente e individualmente la società, ma è stata invece diretta all’agenzia nazionale irlandese per la protezione dei dati per l’esecuzione finale. Questa sentenza ha evidenziato il sistema complementare dei ricorsi giurisdizionali dell’UE, rilevando che non sussistono le condizioni per un posto dove stare davanti ad una corte europea non sono state soddisfatte. Invece, il tribunale ha informato che WhatsApp avrebbe dovuto perseguire la via legale nazionale, contestando qualsiasi decisione di esecuzione che la colpisse direttamente dinanzi a un tribunale irlandese.

L’EDPB è intervenuto contro WhatsApp Ireland Ltd nel 2021, nell’ambito del suo mandato di risolvere una controversia tra le autorità di protezione dei dati degli Stati membri dell’UE. La controversia è nata da una multa inflitta dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) a WhatsApp per aver violato molteplici disposizioni del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). In particolare, il DPC ha basato la sua affermazione su un’indagine condotta per verificare se WhatsApp avesse adempiuto ai propri obblighi di fornire informazioni trasparenti ai sensi del GDPR. L’indagine ha concluso che WhatsApp non aveva informato adeguatamente gli utenti sui trasferimenti di dati tra WhatsApp e la sua società madre Facebook.

L’EDPB è conseguentemente intervenuto concludendo che la sanzione dovesse essere aumentata a circa 225 milioni di euro. Inoltre, ha emesso una decisione vincolante nei confronti di WhatsApp affinché cessi entro tre mesi le violazioni delle pertinenti disposizioni del GDPR.

Meta, la società madre di WhatsApp, sta attualmente affrontando numerose multe ai sensi dell’applicazione della protezione dei dati dell’UE. Nella sola Irlanda, l’autorità per la protezione dei dati ha imposto numerose sanzioni a Meta negli ultimi anni, inclusa una multa record di 1,2 miliardi di euro nel maggio 2024. Inoltre, la più alta corte tedesca ha recentemente stabilito che gli utenti potrebbero richiedere un risarcimento per le violazioni dei dati di Facebook.