Come le organizzazioni cristiane indiane combattono la disinformazione

Il conflitto ha costretto circa 23.000 persone, prevalentemente cristiani, a fuggire dalle proprie case mentre la violenza aumentava nella regione, evidenziando l’impatto mortale che la disinformazione può avere in un clima di tensione etnica e religiosa.

Lo United Christian Forum (UCF), che tiene traccia degli episodi di crimini d’odio contro i cristiani, ha segnalato un preoccupante aumento della violenza contro la comunità. I loro dati del 2023 mostrano oltre 687 attacchi documentati, indicando che circa due cristiani subiscono violenza ogni giorno in tutta l’India. Questa tendenza sottolinea un modello persistente di ostilità che colpisce la popolazione cristiana.

Mentre la disinformazione continua a mettere a dura prova le comunità in tutta l’India, le organizzazioni religiose si stanno intensificando per promuovere la comprensione e contrastare le narrazioni dannose. Attraverso iniziative educative e la diffusione di informazioni affidabili, le organizzazioni cristiane stanno svolgendo un ruolo cruciale. Il loro lavoro sottolinea l’importanza di affrontare tali sfide nell’era digitale.

Ad esempio, la Conferenza dei Vescovi Cattolici dell’India (CCBI) ha portato avanti importanti iniziative di alfabetizzazione mediatica. Il CCBI Media Apostolate, gestito dai vescovi cattolici di rito latino dell’India, conduce un programma di formazione di tre giorni in Karnataka intitolato “Unlocking Communication Excellence: Empowering Dioceses”.

Recentemente hanno organizzato un programma di formazione sui media presso gli AVE Studios di Bangalore, pensato affinché i diaconi comprendano il ruolo dei media nell’evangelizzazione e nella comunicazione responsabile. Questo programma ha coperto una serie di argomenti, tra cui l’uso efficace dei media digitali, i principi della comunicazione civile e le pubbliche relazioni, tutti volti a promuovere un consumo informato dei media e a ridurre la disinformazione all’interno delle comunità religiose.

La Fondazione Sandesha per la cultura e l’istruzione, in collaborazione con il CCBI Media Apostolate, ha anche condotto seminari incentrati sul miglioramento delle capacità di comunicazione all’interno delle diocesi, mirando in particolare all’alfabetizzazione ai social media. Questa iniziativa, tenutasi in Karnataka, ha posto l’accento sulla comprensione dell’influenza dei media sulla percezione pubblica e sulle strategie per affrontare la disinformazione attraverso canali di comunicazione efficaci della Chiesa.

L’Arcidiocesan Communications Center di Bangalore, in collaborazione con la Conferenza episcopale cattolica dell’India, ha costantemente promosso l’alfabetizzazione mediatica istruendo i partecipanti sul ruolo sociale dei media e formando i membri della chiesa sull’uso responsabile dei social media per contrastare la disinformazione.

Diverse organizzazioni cristiane in India hanno promosso attivamente il dialogo interreligioso come parte dei loro sforzi per contrastare la disinformazione e ridurre le tensioni sociali.

Inoltre, organizzazioni come The United Religions Initiative sono state coinvolte in iniziative pratiche interreligiose in tutta l’India, facilitando i dialoghi comunitari e fornendo piattaforme affinché i gruppi religiosi possano impegnarsi in sforzi di costruzione della pace.

L’URI promuove l’azione interreligiosa affrontando questioni sociali condivise, rafforzando così l’unità e la pace tra le diverse comunità. Tali azioni collaborative interreligiose aiutano a prevenire la diffusione di voci dannose e di disinformazione, che spesso prosperano in ambienti isolati o divisivi.

Matteo Mecacci, direttore dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, ha affermato: “Il dialogo consente ai membri di diverse comunità di acquisire una visione approfondita delle credenze, delle pratiche e dei valori reciproci, promuovendo la tolleranza e il rispetto reciproci e contrastando gli stereotipi e i pregiudizi che possono portare all’intolleranza o alla anche la violenza”.

Diverse organizzazioni cristiane in India hanno infatti assunto un ruolo attivo nel fornire materiali stampati come opuscoli, newsletter e altre risorse stampate per diffondere informazioni affidabili, in particolare su questioni sociali, salute e benessere pubblico. Questi materiali sono ampiamente distribuiti nelle loro congregazioni e nelle comunità circostanti, garantendo che informazioni affidabili raggiungano le persone che non hanno un facile accesso ai media digitali.

Tuttavia, non è solo il dialogo attivo tra le varie comunità, ma anche la disinformazione medica che la comunità cristiana intende combattere con diversi sforzi.

Allo stesso tempo, l’Association for Christian Thoughtfulness di Mumbai sostiene le chiese locali distribuendo risorse su vari temi come l’HIV/AIDS e l’assistenza sociale. ACT si concentra sulla fornitura di queste risorse alle aree svantaggiate, garantendo che le comunità possano accedere a informazioni concrete su argomenti sanitari essenziali e questioni sociali.

Allo stesso modo, Christian Action for India fornisce risorse e assistenza alle comunità, soprattutto nelle regioni rurali del Maharashtra e del Gujarat, con l’obiettivo di promuovere comunità sane e ben informate. Spesso lavorano a fianco delle chiese per fornire opuscoli e newsletter verificate su questioni di salute pubblica e assistenza sociale.

Durante la pandemia, le chiese di tutta l’India sono diventate fonti vitali di informazioni sanitarie accurate, soprattutto nelle aree rurali e sottoservite. Molte organizzazioni cristiane hanno lavorato direttamente con le comunità locali, distribuendo le linee guida emanate dal governo sulle misure di prevenzione, vaccinazione e trattamento del COVID-19.

Ad esempio, le Chiese evangeliche luterane unite in India (UELCI) hanno mobilitato la propria rete per diffondere informazioni sanitarie e hanno anche fornito risorse come cibo e assistenza finanziaria alle persone più colpite dai blocchi. Questa sensibilizzazione è stata fondamentale per contrastare la disinformazione e sostenere le esigenze legate alla pandemia tra i gruppi economicamente vulnerabili.

Inoltre, la Swasth Community Science Alliance (CSA) ha collaborato con chiese e altre organizzazioni locali per fornire protocolli COVID-19 chiari e basati sull’evidenza.

Hanno contribuito a diffondere linee guida su pratiche sicure per la diffusione del COVID-19 e creato risorse per gli operatori sanitari, concentrandosi su informazioni accessibili per prevenire complicazioni sanitarie in contesti comunitari. Ciò è stato particolarmente efficace per affrontare la disinformazione sui trattamenti COVID-19 e sulle misure preventive nelle regioni con accesso limitato all’assistenza sanitaria.