Dalle didascalie al fronte, le storie dello scrittore e regista Matt Tyrnauer hanno sempre oltrepassato i limiti. Dopo aver trascorso molto tempo a scrivere per Fiera della VanitàTyrnauer ha evoluto la sua carriera producendo e dirigendo molti film documentari. Questi film includono Valentino: L’ultimo imperatore, Cittadina Jane: battaglia per la città, Scotty e la storia segreta di HollywoodE Studio 54. Il suo nuovo dottore Carville: Vincere è tutto, stupido, esplora lo stratega politico e colosso James Carville durante i suoi primi giorni nella sua città natale di Carville, in Louisiana.
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Per il suo Treat, Tyrnauer racconta alcune delle prime influenze chiave sulla sua carriera nel cinema. Prima di ottenere il suo lavoro presso VFsuo padre gli regalò una copia del classico di grammatica Elementi di stile di William Strunk e EB White. Più tardi, un tempo redattore letterario esecutivo di Fiera della VanitàWayne Lawson, aiutò Tyrnauer a ridurre la sua scrittura eccessivamente descrittiva. Tyrnauer attribuisce a questa influenza il merito di essere diventato un regista.
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Questo segmento è stato modificato e condensato per chiarezza.
Quando ero bambino, mio padre mi regalò una copia di (William) Strunk e (EB) White Elementi di stile. Fondamentalmente è come scrivere. Il mantra nel libro è omettere le parole non necessarie. Poi, quando ero a Fiera della Vanità, Avevo un montatore di nome Wayne Lawson – che sta (ancora) andando forte a 93 anni (credo) – e mi ha insegnato come essere un regista.
Sai, a quel tempo scrivevi pezzi da 10.000 parole per Fiera della Vanità. IO avrebbe ogni piccolo dettaglio lì dentro; Lo ricamerei come un vestito di Valentino. Ed era assolutamente questo capolavoro di alta moda in cui non c’era nemmeno un punto… ogni paillettes che sono riuscito a trovare. (Ma) Wayne direbbe: “Togli tutti gli aggettivi e lascia che siano le persone a raccontare la storia da sole”.
Fondamentalmente, quello che ho finito per fare sotto la sua tutela è stato scrivere film di cinéma verité da 10.000 parole perché erano cose di osservazione, senza ricami, molto simili a quello che stavano facendo i fratelli Maysles con Giardini grigi. Ed è diventato… Ogni volta che scrivevo un pezzo, pensavo e basta Giardini grigi.
Fondamentalmente è stato un taglio di carta cinéma verité che mi ha permesso di passare al cinema verité e che mi ha indirizzato verso il mio intero percorso artistico.