I risultati di Deloitte evidenziano la crescente ansia dei lavoratori più giovani riguardo alla sostituzione dell’intelligenza artificiale nei posti di lavoro e le azioni che stanno intraprendendo per migliorare la propria sicurezza lavorativa. Da un sondaggio condotto da Deloitte su 1.874 lavoratori a tempo pieno e part-time provenienti da Stati Uniti, Canada, India e Australia (circa due terzi dei quali sono lavoratori a inizio carriera) è emerso che il 34% sta conseguendo una qualifica professionale o corsi di certificazione, il 32% sta iniziando avviare un’attività in proprio o diventare un lavoratore autonomo, e il 28% aggiunge addirittura un contratto a tempo parziale o un lavoro temporaneo per integrare il proprio reddito.
Deloitte
Il mercato tecnologico sta già mostrando segnali di declino dei ruoli entry-level, poiché le organizzazioni richiedono sempre più anni di esperienza, anche per le posizioni junior. Secondo Deloitte, in campi come la sicurezza informatica, dove l’intelligenza artificiale sta avanzando rapidamente, i ruoli di analista entry-level spesso richiedono almeno quattro anni di esperienza.
Le paure dei lavoratori non sono fuori luogo. Il rapido progresso dell’intelligenza artificiale potrebbe portare a un significativo spostamento di posti di lavoro: Goldman Sachs, ad esempio, prevede che l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno a livello globale, colpendo fino a due terzi dei posti di lavoro in Europa e negli Stati Uniti. Allo stesso modo, il McKinsey Global Institute stima che 12 milioni di persone potrebbero effettivamente aver bisogno di cambiare professione entro il 2030. E uno studio pubblicato dall’European Student Think Tank ha rilevato che l’intelligenza artificiale e l’automazione dell’apprendimento automatico, in particolare nei ruoli tradizionalmente ricoperti da giovani lavoratori, come l’immissione di dati , potrebbe ridurre la disponibilità di posti di lavoro.