Secondo un alto funzionario della sicurezza, la pressione militare esercitata su Hamas e sui suoi alleati ha avvicinato più che mai la possibilità di raggiungere un accordo per la restituzione degli ostaggi.
Secondo recenti valutazioni delle autorità di sicurezza, dei 101 ostaggi, circa 50 sarebbero ancora vivi, tra cui alcuni lavoratori stranieri. L’IDF sta conducendo attività operative e manovre delicate per ridurre al minimo i danni agli ostaggi.
Funzionari della sicurezza ritengono che Hamas sia sottoposto a un’enorme pressione poiché non riesce più a coordinare gli sforzi con Hezbollah, sempre più impegnato negli scontri con l’IDF, o con l’Iran, che attualmente è preoccupato dei propri problemi, compreso il suo coinvolgimento in Iraq e il sostegno all’Iraq. Houthi.
Secondo quanto riferito, Hamas sarebbe interessata a un accordo
Secondo quanto riferito, Hamas sarebbe interessato a un accordo e disposto a scendere a compromessi sulla sua precedente richiesta di una completa cessazione della guerra. Il possibile trasferimento di alti funzionari di Hamas in Turchia ha ulteriormente facilitato un potenziale compromesso. Tuttavia, si prevede che qualsiasi accordo avrà un costo significativo per Israele, richiedendo probabilmente il rilascio di prigionieri di sicurezza di alto profilo con le mani sporche di sangue.
Sulla base delle discussioni con Egitto e Qatar, nonché dei segnali provenienti dalla Turchia, esiste la possibilità di raggiungere un accordo graduale nei prossimi 42 giorni, prima dell’insediamento di Donald Trump. Un alto funzionario della sicurezza ha dichiarato giovedì che Israele è più vicino che mai ad un accordo sulla liberazione degli ostaggi, principalmente a causa della pressione esercitata a Gaza.
Una condizione chiave in discussione è il ritorno dei palestinesi nel nord di Gaza. La sfida di Israele nei negoziati sarà quella di garantire nella prima fase il rilascio del maggior numero possibile di ostaggi. Sono in corso anche sforzi, attraverso il canale russo-palestinese, per ottenere il rilascio degli ostaggi con cittadinanza russa.
“C’è la possibilità di un accordo. Hamas è sotto pressione ed è disponibile, e lo siamo anche noi”, ha detto un alto funzionario della sicurezza. “Si discute sui nomi specifici dei terroristi e non esiteremo a prendere decisioni.”
Il funzionario ha anche osservato che il capo del comando meridionale, maggiore generale Yaron Finkelman, e i comandanti della divisione hanno informato questa settimana il primo ministro Netanyahu e il ministro della Difesa Katz che Jabalya è sull’orlo del collasso. La sua caduta intensificherebbe la pressione, poiché è un simbolo significativo nella società palestinese.
Il funzionario della sicurezza ha chiarito che il corridoio di Filadelfia non è una questione centrale nei negoziati con Hamas, aggiungendo che “le condizioni sono più favorevoli che mai”.
Egli ha sottolineato che le discussioni non riguardano la fine della guerra, ma piuttosto una pausa temporanea per facilitare l’accordo.
Secondo il funzionario, il Magg. Gen. Finkelman e i comandanti della divisione hanno assicurato che sarebbero pronti a riprendere i combattimenti se l’accordo dovesse procedere. Ha anche sottolineato che il governo israeliano non accetterà alcuna forma di governo di Hamas – civile o militare – a Gaza e che l’IDF manterrà la libertà operativa a Gaza, simile al suo approccio in Cisgiordania.
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